Secondo percorso: Le terre del radicchio
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Il secondo itinerario inizia da Castelfranco Veneto attraversando le più significative aree produttive del radicchio. Si raggiunge subito Piombino Dese a Sud in una campagna che conserva scorci paesaggistici di un certo interesse. Qui sorge, nel pieno centro del paese, la nobile Villa Cornaro progettata da Andrea Palladio intorno al 1553. Ancora incompleto nel 1582, l’edificio fu arricchito nel 1596 del loggiato superiore, e solo un disegno del 1613 lo rappresenta nel suo assetto definitivo. L’ampio brolo con peschiera è oggi aperto al pubblico.
Ha ora inizio quello che può essere definito l’asse produttivo centrale della Strada del Radicchio rosso di Treviso. Verso Est, attraversando il territorio di Trebaseleghe si raggiungerà, nel comune di Scorzé, la frazione Rio San Martino sede di una annuale importante Festa del Radicchio. A Scorzè si potrà effettuare una rapida visita alla villa Soranzo-Conestabile, del XVI sec., con lo storico parco. Successivamente si prosegue per Zero Branco, il cui centro è caratterizzato dal gotico-trecentesco palazzo degli Offi ora Sagramora. Nella campagna comunale verso Treviso, si trova invece villa Guidini, composta dal corpo nobile della villa veneta del sec. XVII e da un ampio parco ricco di piante secolari e rare. Nella villa vi è la sede operativa del Consorzio tutela Radicchio Rosso di Treviso e Variegato di Castelfranco. Da Zero Branco si raggiunge il Terraglio, celebre via che unisce Venezia con Treviso e sul cui tracciato si affacciano numerosissime ville. Nel Comune di Preganziol giova ricordare Villa Albrizzi – Franchetti, richiamante la tipologia della casa gentilizia veneziana. Tra le numerose vicende storiche che coinvolsero i suoi proprietari, è il caso di ricordare che il parco di gusto romantico fu ampliato nell’800 e vi furono messe a dimora, negli anni 30 del XX sec., numerose specie arboree esotiche, frutto dei viaggi del famoso esploratore Raimondo Franchetti. Tra il Settecento e l’Ottocento invece la villa ospitò un circolo culturale presieduto da Isabella Teotochi Albrizzi e cui parteciparono i poeti Ippolito Pindemonte e Ugo Foscolo, nonché il grande scultore Antonio Canova.
Tra le altre ville, si segnalano Villa Taverna (già Palazzi-Valier) del 1720 con lo splendido parco, Villa Colombina (XVIII sec.) con la sua pregevole cappella interna, Villa Marcello del Majno (XVIII sec.), Villa Tasso (XVII sec.), Villa Franchi (già Spandri, XVII sec.).
Il nostro viaggio prosegue ora in direzione Nord-Est fino a raggiungere il centro di Casier che sorge su una suggestiva ansa del fiume Sile, che i numerosi affluenti qui aumentano in portata e vigore. Dalla parrocchiale del paese e lungo le sponde del fiume si snoda verso monte un bellissimo sentiero che attraversa su passerelle canneti e anse in cui si possono ammirare la fauna acquatica e le numerose specie di uccelli nidificanti o di passo. È qui che si raggiunge il Cimitero dei barconi, relitti navali abbandonati lungo il fiume, segno dell’intensa attività industriale della prima parte del XX secolo. Da Casier, una breve deviazione verso Casale sul Sile consente di raggiungere in località Lughignano Villa Barbaro, Gabbianelli, Dall’Aglio, che la tradizione letteraria lega alla regina di Cipro, Caterina Cornaro quale dono di nozze per la di lei damigella Fiammetta Buccari. La villa è considerata una delle più belle poste lungo il Sile ed è sicuramente, fra queste, la più antica (1490). Sempre a Casier, nei pressi del centro comunale a Dosson, si trova Villa de Reali (XVIII sec.) costruita sui resti di un’antica abazia benedettina.
Da Casier si raggiunge in breve il centro di Treviso, ma una deviazione verso Nord consente la visita di altri interessanti monumenti: a Lanzago (Silea) va certamente ricordata villa Avogadro degli Azzoni (XVI sec.), a Carbonera villa Tiepolo-Passi (XVII sec.), nella vicina frazione di Vascon, con la piccola chiesa dedicata a S. Lucia contenente affreschi attribuiti al Tiepolo, villa Valier-Loredan, risalente al XVII secolo. Quindi, nei pressi di Lancenigo dove la zona di risorgive nota con il nome di Fontane Bianche prosegue nel territorio del Comune di Treviso nel Parco dello Storga, si trovano le Case Piavone, piccolo ma interessante museo etnografico, e Villa Manfrin (ora Margherita) costruita tra il 1775 ed il 1783, con il grande parco aperto al pubblico. L’accesso a Treviso, verso Sud, avviene mediante la cinquecentesca porta S. Tomaso una delle tre porte che aprono le mura della città.